Assetata di libertà
Io non sapevo nulla di arte da bambina, poi non venivo da una città, venivo da un paesino sperduto. Io sono nata in un paese di feste dedicate, quindi l’arte, l’arte era un pretesto per chiedere, a mio parere, di andare a studiare fuori perché non c’erano scuole d’arte in Sardegna. Naturalmente non credevo affatto che potesse fare arte non solo lui, ma nessuno al mondo nel mondo di allora.
Pensava che una donna potesse fare arte. E poi, forse cose terribili. Terribile per loro. Non avrei trovato un marito queste cose. Perché allora si pensava che una donna dovesse avere sempre un uomo a fianco per avere dignità sola o non aveva il diritto ad essere rispettata?
Poteva essere un padre, un fratello e anche l’amante. Ma essere nella mia generazione e poi in un paesino della Sardegna, questo era il destino delle donne. Io volevo uscire da questa che poi alla fine mi ha detto non posso vederti infelice. Lei penserà e mi ha dato tutte le possibilità finanziarie per affrontare questa avventura, perché lui era convinto che io sarei tornata a casa.
Delusa. E mi amava, come se fosse la più grande prova d’amore che ho avuto nella vita.