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Porte aperte e piatti che camminano

Con Alba. L’ho conosciuta lei nel ’72 quando sono andata ad abitare lì. Però c’era, … la mamma di Alba aveva una sorella e aveva uno zio, il marito della sorella, era amico dei miei fratelli. E allora con questo coso che io, infatti, lo chiamavo zio Armando, lo zio di Alba. Il rapporto con Alba l’ho avuto dopo circa un anno che stavo ad abitare, che abitavano lì insieme.

Che lei rientrava tardi la sera per via del lavoro suo della trattoria e io cucivo perché andavo a dormire tardi.  Ha bussato che era l’una e mezza per chiedermi se ci avevo il telefono per chiamare l’ambulanza, e lei ha chiamato l’ambulanza e io sono andata di là in camera dove stava il marito che stava a letto. Mio marito è sceso giù al portone aspettando l’ambulanza. E intanto gli facevo i massaggini al punto del cuore, diciamo.

E da lì è partita la nostra…  sempre, tutta una casa. Fino ad adesso ancora è tutta una casa.

Un po’ lo hai salvato il marito di Alba?

Salvato! Parola grossa, però i massaggetti qui al punto del cuore glieli facevo perché non sapevo che altro fare. Lui era un po’, aveva ripreso, però non stava bene. Quindi poi dopo da lì è cominciata tutta la nostra vicinanza. In più, ho detto, c’era che lo zio era stato amico dei miei fratelli quando erano giovani, tutto quanto… E da lì è iniziato.

Questo è un ricordo molto presente?

Me lo ricordo perché, appunto, è stato l’inizio di che, diciamo, ci siamo incontrate e salutate, perché di giorno non la vedevo mai. E quindi da lì è iniziato un po’ tutto quanto. Poi mano mano è sempre cresciuta di più, che fino adesso che ancora… lasciamo stare.

Abbiamo la chiave una con l’altra. Non c’è problema, nessuna cosa. E porte spalancate, tutta l’estate. Le porte aperte, la sua e la mia, perché siamo noi due sole sul piano e, niente, vado di là, lei viene di qua, tutto quanto, piatti che camminano pure. Più che altro è lei che porta a me. Perché tante cose io non le faccio e lei o me le fa o me le porta.

È importante questo rapporto nella tua vita?

E come no che è importante! D’avercela una vicinanza così è più che importante per me. Che quando abitavo prima di sposare che quando che abitavo a via dei Marsi, avevamo uguale un’altra famiglia che erano quattro femmine, che pure lì erano quattro figli. Con i miei erano tutti, diciamo sempre, andavano sempre insieme, pure lì c’avevamo le porte aperte, perché allora si poteva fare. E quando che sono andata lì, qui, dove sono adesso, con lei, è stata la stessa cosa, con Alba, è un continuo, insomma, ci fidiamo l’una dell’altra, di quello che facciamo e stiamo qui ancora così.