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-Via Rasella e le Fosse Ardeatine-

Roma, 24 marzo 1944

Ora il mio papà ha lavorato per 40 anni al Comune di Roma, al gabinetto del sindaco. Tanto è vero che poi è rimasto anche quando sono arrivati i sindaci politici, non più il governatore come c’era al tempo il fascismo. E allora quando sono arrivati gli americani la prima cosa è stata quella di cercare il posto dove erano stati fucilati… O pensate! 350 persone.

Io infatti sono miei personali, io questo mi pare che si chiamasse Benincasa… Bentivoglio. Era uno studente di medicina che studiava insieme a mio marito. Mio marito poi l’ha riconosciuto e noi l’abbiamo poi rivisto quando hanno fatto i 50 anni di professione, che l’ordine l’ha chiamato. Comunque io l’ho sempre giudicato molto male, perché in questa avventura in cui sono stati uccisi 15 tedeschi, ma erano dei ragazzi, erano dei ragazzi, dei bambini. Perché l’ultimo periodo noi abbiamo visto questi tedeschi giovanissimi, perché non avevano richiamato anche le classi giovani ed erano dei soldati che ogni giorno prendevano servizio per sorvegliare non so quale posto, e sono passati, passavano tutti i giorni per via Rasella. Allora questo ragazzo ha pensato bene di appostarsi e ha messo delle bombe nei secchi della spazzatura e quando sono passati questi ragazzi ne sono morti 15. Sono morti inutilmente perché noi abbiamo avuto una cosa che penso in tutta la guerra così così terribile non c’è mai stato, è stata una cosa che ci ha sconvolto anche al momento. Perché voi, pensate, che hanno vuotato Regina Coeli, per cui io lo dico perché è vero, ci stavano anche persone che stavano in carcere perché erano della gente non corretta. Aveva fatto anche delle cose contro la legge. E allora in questa, in questo eccidio, hanno vuotato Regina Coeli. Poi io ho letto qualche cosa perché al momento… E allora, quando l’hanno cercato lo sapevano qual era la zona.


E così con papà che era funzionario andavano nei vari posti, e finalmente un giorno, è venuto a casa lui mi ha detto: “Abbiamo trovato”, perché pare che fosse un fosso, un buco c’era e che hanno riempito con i cadaveri. Non so perché, forse c’era una fonte dell’acqua. Qualche cosa questo buco c’era. Allora io adesso ho sempre letto perché, a quell’epoca, non si sapevano le cose, che i tedeschi li facevano scendere da vivi nella fossa, e giù c’erano i soldati che gli sparavano, uno per uno. È una cosa… guardate che ci pensi è terribile! Poi ho letto quello che c’era scritto, l’hanno scritto, ma io non so se era vero che i soldati tedeschi non volevano più sparare, li avevano fatti bere per farli continuare a sparare, perché gli sparavano e facevano scendere gli altri.

Suo papà tornato a casa le ha poi raccontato questa vicenda?

A no! Lui, papà, aveva una strana abitudine perché, a casa, non parlava di politica, assolutamente. Eppure lui leggeva tutti i giornali perché ogni giorno veniva a casa con un fascio di giornali e li doveva leggere. Lui non ha mai parlato di politica, e di questo fatto, i racconti li ho avuti dopo. Non me l’ha raccontati il mio papà, io dal mio papà che è andato quando hanno scavato, quindi ha visto proprio loro l’orrore. Papà non ne ha mai parlato! Come se fosse stata fatta da altri. Invece lui ha preso parte.